Nell’ultimo periodo si sente parlare dell’invasione dei granchi blu nei nostri mari che causano ingenti danni a diverse specie marine e all’ambiente. Questi granchi, originari del Pacifico, sono stati introdotti “accidentalmente” nel Mediterraneo nel 1999. Da allora, si sono rapidamente diffusi in tutto il bacino, arrivando a colonizzare anche le acque italiane.
I granchi blu sono animali molto voraci e aggressivi. Si nutrono di una grande varietà di prede, tra cui pesci, molluschi, crostacei e persino altri granchi. La loro presenza ha portato a un calo delle popolazioni di molte specie marine, tra cui le spigole, le orate e le seppie. Inoltre, i granchi blu danneggiano le strutture marine, come le barriere coralline e le banchine.
Insomma il granchio blu è diventato un serio problema, un allarme da tenere in considerazione ma dobbiamo anche soffermarci su un aspetto fondamentale: il granchio blu non è arrivato dagli Stati Uniti passeggiando allegramente, ma è stato l’uomo a dargli un passaggio (sicuramente involontario) nelle zavorre piene di acqua delle proprie navi, contravvenendo alla convenzione sulle acque di zavorra che stabilisce che le navi che trasportano queste acque dovranno predisporre un piano di gestione e trattamento per garantire la minimizzazione dei rischi. Il piano di gestione dovrà essere specifico per ogni nave e dovrà essere incluso nella documentazione operativa di bordo.
Cosa hanno in comune il granchio blu e la plastica?
Il granchio blu è l’esempio di come le azioni umane siano in grado di danneggiare gravemente ambiente ed ecosistemi.
Allo stesso modo l’inquinamento da plastica in mare è il risultato di una cultura basata sull’uso e sullo spreco degli oggetti di plastica monouso, oltre che alle cattive abitudini, al non riciclo, che incidono negativamente sullo smaltimento dei rifiuti.
In entrambi i casi è sempre l’uomo l’artefice del problema.
Le conseguenze ambientali
Le conseguenze ambientali dell’invasione dei granchi blu e della plastica sono simili. Entrambi i fenomeni hanno un impatto negativo sulla biodiversità marina e sull’ambiente.
I granchi blu, come la plastica, alterano gli equilibri naturali degli ecosistemi marini. La loro presenza può portare alla scomparsa di alcune specie e al declino di altre. Inoltre, i granchi blu possono trasportare parassiti e malattie, che possono diffondersi ad altre specie marine.
La plastica, invece, rappresenta un pericolo per gli animali marini. I pesci, i cetacei e le tartarughe marine possono ingerire la plastica, che può causare la loro morte. Inoltre, la plastica può frammentarsi in piccoli pezzi, che vengono ingeriti da altri animali marini, come i plancton.
Le soluzioni
Per risolvere il problema dei granchi blu e della plastica è necessario intervenire alla radice. In entrambi i casi, è necessario ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente.
Nel caso dei granchi blu, è necessario monitorare la loro diffusione e adottare misure per contenerla e cercare di far rispettare le leggi vigenti che regolano e monitorano lo scarico delle acque di zavorra.
Nel caso della plastica, è necessario adottare delle politiche volte a migliorare il suo riciclo e campagne di sensibilizzazione rivolte alle persone sull’importanza di attuare una buona differenziazione dei rifiuti, che è la base per un corretto riciclo.
Solo adottando misure concrete, sarà possibile risolvere questi problemi e proteggere l’ambiente marino, non dagli alieni bensì dall’uomo.